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Monitorare gli aumenti degli input produttivi: la dashboard di Clal.it per zootecnia e trasformazione

Quanto aumenta il costo degli input alla stalla? E nelle imprese di trasformazione? Come verificare le proprie strategie alla luce dei repentini e notevoli cambiamenti di mercato?

Oggi i costi degli input stanno giocando, forse come mai prima d’ora, un ruolo determinante nella realtà e nelle prospettive del settore agroalimentare. Per supportare le aziende zootecniche e quelle di trasformazione nel lavoro e nelle decisioni quotidiane, Clal.it e Teseo lanciano due nuove dashboard, che rappresentano una sintesi dell’andamento dei costi in tempo reale.

Le due dashboard, ospitate dalle due piattaforme dedicate al mondo agricolo (Teseo) e a quello della trasformazione (Clal.it) consentono di monitorare il costo di uno specifico input, ed in particolare: il valore attuale più recente, confrontato con lo storico, la variazione rispetto al periodo precedente e quella rispetto all’anno precedente. Cliccando su ciascun quadrante, è possibile inoltre analizzare più nel dettaglio tutte le informazioni, all’interno delle pagine dedicate. I costi degli input zootecnici si possono consultare sulla home di Teseo mentre quelli alla trasformazione su quella di Clal.it.

Oggi, 15 febbraio, tutti gli input mostrano aumenti a due e tre cifre, sia sul fronte strettamente agricolo sia su quello degli energetici. Nel primo caso, se i prezzi risultano in forte aumento rispetto alla quotazione di un anno fa, in alcuni casi mostrano una riduzione, nella prima metà di febbraio, come per l’Urea o il frumento tenero, su quella di gennaio. Ma si tratta di deboli contrazioni che di certo non spostano impatti che vanno dal +23,48% al +126,58% dell’urea. Dinamica simile sul fronte degli energetici, anche se le riduzioni della prima quindicina di febbraio, per gas ed energia elettrica, sono un po’ più significative: -6,83% per l’energia e -7,20% per il gas naturale. Per contro, però, entrambi viaggiano con aumenti a tripla cifra sull’anno precedente: +238,10% l’energia elettrica e addirittura +329,10% per il gas.