Roghi in Sardegna, il movimento dei pastori: “Giorni difficili”
Dopo giorni di terribili roghi in Sardegna, che hanno coinvolto anche il settore dell’allevamento con danni ingentissimi, il movimento dei pastori sardi ha affidato alcuni considerazione ad una nota diffusa anche dal profilo Facebook, che pubblichiamo integralmente.
Roghi in Sardegna, la nota dei pastori su Facebook: “Ridateci la responsabilità di custodire la terra”
“Sono stati giorni difficili, fatti di frustrazione e rabbia. Commentare a caldo quanto accaduto non ci avrebbe permesso di trovare la lucidità necessaria, inoltre molti di noi hanno, nelle zone coinvolte nell’incendio, parenti, amici, conoscenti. Occuparci di sapere cosa potevamo fare per aiutarli era e continua ad essere una priorità.Ma poi arriva un momento in cui anche parlare è un atto di responsabilità affinché ci si possa interrogare su quanto accaduto, affinché, per una volta, a vincere non sia l’ipocrisia momentanea.
Diciamo questo perché abbiamo sempre pensato che l’emozione della contingenza fa dimenticare il fatto che molte delle cose che accadono al famigerato ambiente della nostra cara isola potrebbero essere previste, diagnosticate alla radice, tenute sotto controllo, razionalizzate. Badate bene, non è avanguardia, ma ciò che si è sempre fatto da quando l’uomo, entrato in contatto con la terra, ha capito che ne doveva essere il custode. Ecco perché anche nelle nostre rivendicazioni come pastori e nella nostra volontà di avere una legge sul pastoralismo abbiamo sempre rivendicato il concetto che ci sentivamo giardinieri consapevoli delle terre che ci erano state concesse. Metterle in sicurezza al fine di prevedere fatti gravi come quelli appena accaduti fa parte delle priorità del pastore. La tutela ambientale è per noi affare naturale, ma la burocrazia e le leggi infondate hanno spesso fatto in modo che ci fossero dei limiti rispetto al nostro intervento, al nostro operato. Spesso la politica ha concentrato la sua attenzione su fattori esterni che distorcevano la realtà delle cose: per esempio la cura delle zone boschive è diventata una specie di grande questione su quello che non si può fare. Ma questo – l’abbiamo purtroppo visto – non ha portato buoni risultati.
Dateci la responsabilità di custodire la terra. Di nuovo. Dateci infrastrutture moderne come le condotte idriche messe ai margini delle fasce parafuoco affinché ogni intervento sia celere. Interrogateci per sapere cosa pensano i pastori sulle possibili soluzioni per il futuro. Siamo qui ogni giorno della nostra Vita, conosciamo questa terra, conosciamo il tema. Non affidate le vostre scelte politiche al sentimento. Basta bestie morte carbonizzate, basta attività spezzate, basta sacrifici resi vani. Non aspettiamo che riaccada per interrogarci su cosa è meglio fare”.
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