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Parlamento Ue: l’hamburger può essere vegetale. Il latte e i derivati no

Non solo resta in vigore il divieto di utilizzo di termini tipici del settore caseario per le alternative vegetali, ma non è consentito nemmeno adoperare espressioni come ‘succedaneo’, ’tipo’ e così via

Qualche giorno fa, il Parlamento europeo ha preso una decisione molto discussa: nessuno stop all’uso di diciture come ‘hamburger vegetale’, nonostante le ripetute richieste della filiera carne. A pochi giorni di distanza, però, lo stesso parlamento si è pronunciato in maniera diametralmente opposta per il latte e i suoi derivati, stringendo ulteriormente le norme che già impediscono di chiamare, ad esempio, ‘latte’ o ‘yogurt’ le alternative vegetali.

Nessuna alternativa a yogurt, burro e formaggio

Non solo, infatti, resta in vigore il divieto di utilizzo di termini tipici del settore caseario, ma non è consentito nemmeno adoperare espressioni come ‘succedaneo’, ’tipo’ e così via. Non sarà più possibile, insomma, trovare confezioni con la dicitura ‘bevanda tipo latte’ oppure ‘formaggio vegetale’ per il tofu o per quello preparato con i legumi. Un provvedimento atteso e sperato dalla filiera lattiero casearia, salutato con soddisfazione dal neo presidente di Assolatte, Paolo Zanetti, che commenta: “Non credo che queste bevande siano responsabili del calo dei consumi di latte. La loro crescita, però, è anche la conseguenza della cattiva informazione e delle fake news che circolano sul latte”. Le bevande vegetali, negli anni, si sono ritagliate un ruolo nel mercato, arrivando ad una quota pari a circa il 14%. Anche se, nell’ultimo periodo hanno rallentato la corsa. “Oggi rappresentano molto meno del 10% dei consumi totali”, precisa Zanetti. Nel corso dell’anno, inoltre, si è registrata anche una ripresa dei consumi del latte Uht, iniziata durante il lockdown. 

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