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Dairy: cresce la domanda, in Asia. Ma anche la produzione interna

Nel 2023 la produzione mondiale di latte dovrebbe attestarsi a 950 milioni di tonnellate, con un aumento dell’1,3% rispetto all’anno precedente, si legge nel rapporto Dairy Market Review elaborato dalla FAO. L’aumento è guidato dalla crescita dei volumi in Asia, in particolare in India e Cina, e da un incremento moderato nel resto del mondo, con una produzione potenzialmente inferiore in Africa. L’Asia è in cima alla classifica delle variazioni percentuali dal 2022 al 2023, con una crescita del 2,3%, e si prevede che raggiunga i 431 milioni di tonnellate. I principali produttori includono India, Cina, Pakistan, Turchia, Uzbekistan e Kazakistan. L’India da sola registrerà 232 milioni di tonnellate.

La crescita dell’Europa è prevista dello 0,5%, pari a 234 milioni di tonnellate. La Russia sta lavorando per migliorare i rendimenti e ha aggiunto politiche governative di sostegno al numero di capi di bestiame, per cui dovrebbe registrare un aumento della produzione del 3%, riferisce sempre la FAO.

L’Indice dei prezzi dei prodotti lattiero caseari, secondo l’indice Fao, ha registrato una tendenza al ribasso fino a settembre 2023, a causa di una domanda inferiore alle aspettative, in particolare di latte intero in polvere da parte di importatori come la Cina, il più grande acquirente mondiale di prodotti lattiero-caseari. Queste importazioni inferiori al previsto sono state causate da una crescita più lenta delle vendite di prodotti alimentari e da un aumento delle forniture da fonti interne. Il rallentamento dell’economia asiatica, l’aumento dell’inflazione e il deprezzamento delle valute, inoltre, hanno ridotto il potere d’acquisto dei consumatori e la domanda di importazioni.

Tuttavia, i prezzi internazionali sono aumentati da ottobre, tranne che per il formaggio, grazie all’aumento della domanda da parte degli acquirenti dell’Asia nord-orientale, alle scorte limitate nei Paesi esportatori e all’aumento della domanda interna in vista delle festività invernali. In Europa occidentale le scorte di latte sono state scarse e, a novembre, il deprezzamento del dollaro statunitense rispetto all’euro ha sostenuto l’aumento dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari.