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Usa: rallenta la macellazione delle vacche. Ma domanda e offerta restano deboli

I tassi di macellazione delle vacche, negli Usa, sono stati elevati per gran parte del 2023 rispetto agli anni precedenti, in linea con prezzi del latte non così eccezionali, ha spiegato Kyle Schrad, vicepresidente delle operazioni globali lattiero casearie e alimentari di StoneX Financial.

“È logico, quando i margini sono bassi o negativi, che i produttori siano molto, molto aggressivi nel mandare le vacche al macello”, ha aggiunto durante un webinar sulle prospettive delle materie prime. Tuttavia, questo valore è diminuito negli ultimi due o tre mesi in risposta al miglioramento dei margini. Secondo l’Usda, infatti, di recente la macellazione delle vacche da latte è diminuita del 7,5% su base annua.

L’analisi di Schrad prende in considerazione anche la buona disponibilità di propri mangimi per la maggior parte dei produttori lattiero-caseari, per l’inverno, e i costi elevati di sostituzione degli animali perché la disponibilità di manze è relativamente limitata e l’operazione costosa. Tanto che, secondo l’analista, ci vogliono oggi dai 18 ai 24 mesi per ricostituire la mandria.

“Penso che siamo arrivati a un punto in cui i produttori se ne sono resi conto, e questo è ciò che ha realmente portato al rallentamento in termini di macellazione delle vacche da latte”, ha spiegato Schrad.

L’aspettativa di StoneX è che, ora che le mandrie si sono stabilizzate, riprenda anche la produzione per vacca portando ad una crescita della produzione di latte, nel 2024, di circa l’1% anno su anno. Un dato inferiore agli ultimi 15 anni, che hanno registrato un aumento medio annuo del 2%.

A livello globale, secondo StoneX, il contesto attuale è caratterizzato da un’offerta debole e da una domanda debole. “Credo che siamo a un punto di equilibrio davvero complicato per i prodotti lattiero-caseari, perché l’offerta è piuttosto limitata e non si prevede che cresca nei prossimi mesi”, ha affermato.

Ma StoneX prevede che la domanda ritorni nel 2024. “Se così fosse, ci troveremo in una situazione in cui l’offerta sarà molto scarsa rispetto alla domanda, e ci vorrà molto tempo per riattivarla”, ha affermato Schrad.