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Parmalat riconsegna la Centrale del Latte al comune di Roma. E aspetta l’esito del ricorso

Parmalat riconsegna la sua quota di maggioranza, pari al 75%, al Comune di Roma Capitale a seguito della sentenza della Corte di appello di Roma e con riserva di rientrare nella piena titolarità della quota in caso di accoglimento del ricorso per cassazione. “Parmalat ringrazia tutto il personale di Centrale del Latte di Roma, che ha contribuito in tutti questi anni con passione ed entusiasmo al piano di rilancio e poi allo sviluppo dell’azienda. Gli oltre 30 milioni di investimenti distribuiti nel corso di questi 20 anni hanno contribuito, con il lavoro delle persone ed il supporto delle organizzazioni del territorio, a portare Centrale del Latte di Roma ad avere bilanci sempre in utile, garantendo lavoro nella regione Lazio e supporto alla filiera – afferma Maurizio Bassani, General Manager di Parmalat. – “Restituiamo le azioni a Roma Capitale in adempimento spontaneo della sentenza della Corte d’appello, ma continueremo a coltivare i contenziosi pendenti e confidiamo che la Corte di Cassazione accolga le nostre ragioni”. Non c’è ancora la parola fine su questa storia che si trascina da oltre vent’anni, dunque, ma si tratta solo di un nuovo capitolo. Resta anche da capire cosa farà il comune di Roma con questa preziosa, ma sicuramente difficile, new entry.

Centrale del latte: una storia cominciata nel 1999

La vicenda si trascina dal 1999, cioè dal momento in cui Cirio, guidata da Sergio Cragnotti, che l’anno prima si era aggiudicato la gara per la privatizzazione della centrale, aveva conferito la partecipazione del 75% a Eurolat, con l’impegno di cederla alla Parmalat guidata da Calisto Tanzi. E’ lì che cominciano i guai perché il trasferimento era in contrasto con le nome del capitolato che prevedevano il divieto di vendita infraquinquennale della partecipazione. Lo stesso comune aveva provato a sanate l’operazione stipulano un atto transattivo con Cirio. La decisione, però, non era piaciuta agli altri partecipanti alla gara per la privatizzazione che avevano ottenuto una pronuncia favorevole del Tar e del Consiglio di Stato. Tanto che, nel 2012, il Consiglio di Stato aveva intimato a Parmalat la restituzione del famoso 75% al comune di Roma. Di qui la decisione di Parmalat di ricorrere in sede civile secondo il principio della “buona fede” al momento dell’acquisto che, secondo l’azienda, faceva dell’azienda di Collecchio l’attuale proprietaria della quota sociale. La sentenza di primo grado, arrivata nel 2013, dava ragione al comune di Roma così quella della Corte d’Appello, pronunciata alla vigilia di Pasqua 2022, che conferma la restituzione del 75% del pacchetto azionario al comune di Roma.

Parmalat: nove stabilimenti e oltre 1.800 dipendenti

Parmalat, azienda del Gruppo Lactalis, è presente sul territorio italiano con nove stabilimenti e oltre 1.800 dipendenti, oltre a raggiungere circa 20 milioni di famiglie italiane e 200 milioni di consumatori nel mondo. I marchi principali sono: Parmalat, dedicato a latte e yogurt, Santàl, per i succhi e le bevande a base di frutta, Zymil, la linea di prodotti ad alta digeribilità senza lattosio, e Chef, attiva nel mercato della panna e della besciamella. Parmalat è presente anche attraverso alcuni marchi locali: Berna in Campania, Lactis e Latte Oro in Liguria, Sole e Stella in Sicilia, Torvis e Latterie Friuliane in Friuli-Venezia Giulia.