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Pecorino Romano, 2022 da record per export e quotazioni della Dop

Prezzo record oltre i 14 euro al chilo, un fatturato di 600 milioni di euro, 12mila aziende e 40 caseifici, 25mila addetti, crescita esponenziale sui mercati internazionali, progetti fra Giappone, Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Svizzera e Italia e un percorso ormai avanzato verso la sostenibilità del prodotto e il rispetto dell’ambiente. L’assemblea dei soci del Consorzio di tutela del Pecorino romano Dop, riunita a Oristano, certifica il momento d’oro di un prodotto sempre più amato, grazie anche alla diversificazione dell’offerta e all’innovazione. Un percorso di crescita che garantisce ricadute e vantaggi all’intera filiera: la quotazione sui mercati assicura infatti la giusta remunerazione anche ai pastori.

Il presidente Maoddi: “Momento di ottima salute”

Il quadro del comparto, con il punto sulla situazione attuale e le prospettive future, è stato tracciato in assemblea dal presidente del Consorzio, Gianni Maoddi. Nel bilancio, che anche quest’anno si è chiuso in pareggio, è previsto ancora una volta un fondo di solidarietà da destinare agli allevatori in difficoltà e risorse riservate a iniziative di solidarietà, come quelle già realizzate per il reparto pediatrico dell’ospedale Brotzu e per la ciclopedalata contro il cancro delle Pink. “Il comparto sta vivendo un momento di ottima salute, come certificano i numeri e come è stato condiviso oggi nell’assemblea dei soci”, commenta il presidente del Consorzio, Gianni Maoddi. “Risultati così importanti sono da attribuire a tutte le componenti della filiera, a una politica lungimirante del Consorzio che puntando sui progetti internazionali ha promosso il Pecorino Romano sui più importanti mercati mondiali, alla scelta di diversificare il prodotto, non più solo ingrediente base di ricette italiane storiche ma anche formaggio da gustare in purezza, con una quantità di sale sempre più ridotta e tipologie diverse per andare incontro ai gusti di consumatori sempre più numerosi: pensiamo al Pecorino Romano di montagna, a quello Extra a ridotto contenuto di sale, al Riserva 14 mesi, tutti inseriti nel disciplinare non ancora approvato dal ministero, fino alle nuove sperimentazioni come il Pecorino Romano stagionato 120 mesi e presentato qualche giorno fa. Un percorso all’insegna della diversificazione e dell’innovazione che l’assemblea ha deciso di rafforzare e proseguire”.

Pecorino Romano: la campagna 2022-2023

I numeri della campagna 2022-2023 promettono dunque ottimi risultati finali. “Abbiamo avuto un incremento di produzione registrato nella prima parte della campagna, riequilibrata dal ridimensionamento di produzione dell’ultima. Alla fine, avremo una produzione di 2000 tonnellate in più rispetto alle 30mila dell’anno scorso, un incremento del 5-7%. Non devono poi preoccupare eventuali oscillazioni di valore del prodotto, per esempio di recente rilevato dal Clal, perché questo fa parte del normale percorso verso la stabilizzazione del prezzo”, afferma Maoddi.