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Grana Padano: l’assemblea generale approva l’aumento dell’1,5% delle quote produttive. Piano da 42,7 milioni di euro per la promozione 2023

Si è tenuta venerdì alla fiera di Montichiari la tradizionale Assemblea Generale del Consorzio Tutela Grana Padano. Come previsto, durante l’incontro è stato votato l’aumento di 1,5% delle quote produttive, al prezzo di 250 euro/quota, oltre ad alcune modifiche del disciplinare e al nuovo piano marketing che prevede un budget, per il 2023, di 42,7 milioni di euro per le azioni in Italia e all’estero. “Per il 2023 è stato deciso un +1,5% ad inizio anno a tutti i caseifici che lo richiederanno, pari a 75.000 forme-quota, più lo 0,8%, pari a 40.000 forme-quota, ai caseifici che andranno oltre quota alla fine dell’anno”, ha spiegato il Direttore Generale, Stefano Berni. “Quest’ultimo incremento verrà suddiviso proporzionalmente al costo aggiuntivo che ogni caseificio deciderà di maturare”. All’evento, oltre a tutte le istituzioni del settore, ha partecipato anche il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, che, trattenuto a Roma da impegni di governo, si è comunque collegato con il Centro Fiere di Montichiari.

Grana Padano, il presidente Zaghini al ministro Lollobrigida: meno burocrazia e più tutela

Il presidente Zaghini ha ricordato le questioni aperte che stanno a cuore ai produttori di latte e in particolare di Grana Padano, a partire dalla riforma delle indicazioni geografiche tipiche in corso nell’Unione Europea. “Le produzioni Dop hanno una rilevanza che va oltre il pur importante Made in Italy – ha sottolineato Zaghini – Ogni materia prima viene dal territorio di produzione e quindi è un tutt’uno con il prodotto, offrendo garanzie assolute che un bene più semplicemente prodotto in Italia non offre”. E connessa strettamente a questo impegno è la necessità di accentuare le azioni ed i provvedimenti contro chi usurpa ed evoca i prodotti Dop, anche favorendo accordi bilaterali tra l’Ue e altri paesi, sul modello di quelli stretti con Canada, Cina e Giappone. Ci sono questioni da risolvere anche a livello nazionale. “Nei nostri progetti non è lontano il giorno in cui esporteremo più Grana Padano Dop di quanto ne sarà consumato in Italia – ha affermato il presidente del Consorzio – Una data tanto più vicina quanto più potremo essere competitivi. Non dipende infatti solo da noi, ma anche dalla semplificazione delle procedure burocratiche, che crediamo si possa ottenere se le nostre rappresentanze saranno in modo adeguato coinvolte negli orientamenti della pubblica amministrazione”. Ed in proposito Zaghini ha citato come esempio l’obbligo di riportare sulle confezioni la dicitura “certificato da Organismo di Controllo autorizzato dal..”. “Il cambio di acronimo del Ministero – Mipaf, Mipaaf, Mipaaft, Masaf – costa al sistema milioni di euro. Ed è scritto talmente in piccolo, visto l’obbligo in etichetta di riportare molte altre indicazioni, che, come risulta da nostre verifiche sul packaging, sfugge al consumatore”.

Lollobrigida: “Vogliamo aumentare le risorse e ridurre la burocrazia”. E sulla dicitura Masaf: “Si potranno smaltire tutte le etichette”

Il ministro Lollobrigida ha risposto ringraziando il Consorzio e riassumendo l’impegno del Governo per tutto il settore agricolo e zootecnico, soprattutto nei rapporti con l’Unione Europea. “L’Italia non è competitiva in termini di quantità prodotte, pur se il Grana Padano Dop rappresenta un’eccezione, ma nella qualità è una corazzata imbattibile. E questo valore il governo è impegnato a difendere”.
Il ministro ha quindi ribadito l’impegno contro il Nutriscore e tutti i tentativi di mettere in discussione la qualità delle produzioni italiane, ma anche la volontà di sostenere tutta la filiera. “E’ centrale consentire alle aziende di crescere e di puntare sui giovani perché il lavoro, la ricchezza e l’occupazione non si creano in laboratorio – ha sottolineato il ministro dell’Agricoltura – Quindi, vogliamo incidere sui costi, aumentare le risorse e ridurre la burocrazia perché le aziende possano investire”. Strategico inoltre per Lollobrigida è la difesa delle produzioni Dop dalle imitazioni. “Dobbiamo evitare che questo accada in Europa, ma anche essere protagonisti negli accordi che l’Ue intende sottoscrivere con altri grandi paesi e nella revisione di quelli già variati, ma che possono essere migliorati”. E rispondendo sul tema dei cambi degli acronimi ministeriali sulle confezioni, ha ricordato come si potranno usare quelle attuali sino ad esaurimento. “Ma sottolineare la sostenibilità ambientale sui prodotti – ha concluso il ministro – è un messaggio importante sull’impegno complessivo dello Stato a difesa della qualità delle sue produzioni”.

Zanetti: “Siamo molto preoccupati”

E’ stata poi la volta di altri ospiti, come il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, che ha sottolineato i “rischi per le poche risorse disponibili, a fronte di costi che aumentano, non per colpa dell’agricoltura e di politiche di prezzi inaccettabili da parte della Gdo. “Non possiamo accettare che vengano ridotti i prezzi dei prodotti quando i costi aumentano – ha detto Prandini – e ci prospettano un 2023 molto preoccupante”. Analisi condivisa da Paolo Zanetti, presidente di Assolatte “Siamo molto preoccupati, perché oggi sopportiamo costi altissimi. – ha sottolineato Zanetti – Comunque ci rimboccheremo ancora le maniche di fronte a questa tempesta”. Occorre quindi puntare all’estero con accordi bilaterali convenienti, ha sottolineato Giovanni Guarneri, presidente del settore latte di Confcooperative Fedagri, e con grande attenzione alle scelte della UE. “La riforma delle indicazioni geografiche tipiche è una grande opportunità – ha sottolineato Guarneri – e dobbiamo seguirne l’iter con grande partecipazione”.