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Gli agricoltori olandesi in rivolta: “Conseguenze disastrose per i Paesi Bassi”

Le manifestazioni degli allevatori olandesi, cominciate alla fine di giugno, si fanno sempre più dure: blocchi di autostrade e supermercati, covoni incendiati, rifiuti scaricati per le strade. E le prossime settimane si preannunciano ancora più accese, visto che i leader della protesta hanno già annunciato una ulteriore escalation contro le norme del governo guidato da Mark Rutte per ridurre drasticamente le emissioni di azoto dagli allevamenti olandesi. La questione è complessa: quello dell’azoto è un problema storico per i Paesi Bassi, così come per altre aree in Europa. Dopo diversi pronunciamenti della Corte Ue e dei tribunali nazionali, che giudicavano le iniziative del governo non sufficienti, Rutte ha proposto una legge per tagliare le emissioni del 50% entro il 2030, con una mappa dei compiti assegnati a ciascuna provincia: alcune dovranno arrivare fino al 70%, le aree protette al 95%, il tutto con un piano da presentare entro un anno.

Secondo le stime del governo, questa norma provocherà la riduzione del 30% dei capi bovini, in Olanda, con evidenti effetti sulla filiera del latte e della carne. Una faccenda non da poco considerato che i Paesi Bassi sono uno dei maggiori esportatori di carne e latte dell’Ue. La posizione degli allevatori è che gli obiettivi previsti dal governo Rutte sono “irrealizzabili e avranno effetti disastrosi, non solo sull’agricoltura, ma sulla vitalità economica, sociale e culturale dei territori rurali dei Paesi Bassi”, come ha spiegato Wytse Sonnema, portavoce di Lto, una delle più importanti organizzazioni agricole del Paese. Lo scontro in Olanda ha implicazioni sul futuro della produzione alimentare dell’Ue e sulle politiche di sostenibilità. La questione delle emissioni è nota da tempo in un paese che, da un lato, è terra di allevamento intensivo ma, dall’altro, è storicamente attento ai temi ambientali, tanto da avere un ministero della Natura, oltre ad essere uno dei paesi che investe di più sulle proteine alternative. Si comincia a giocare, in Olanda, la partita a cui le politiche Ue sull’ambiente chiameranno, seppure in modi diversi, il settore agricolo di tutti i Paesi Ue. E che, secondo un’analisi condotta dall’Usda, condizionerà in modo significativo la produzione di latte e carne del Vecchio Continente.