cina
numeri, trend, fatti

Cina: Covid e carenza di container deprimono le importazioni lattiero casearie

I dati relativi alle esportazioni verso la Cina, nel mese di giugno, mostrano chiaramente che le scorte di prodotto fatte in precedenza non si sono ancora esaurite, poiché la vita normale fatica a riprendere a causa del prolungato blocco legato al Covid. Questo, combinato con il nervosismo per l’economia e una continua carenza di container marittimi, mostra un quadro delle importazioni piuttosto depresso, secondo l’analisi Assocaseari del report Trade Data Monitor, sebbene il confronto sia con il primo eccezionale semestre 2021.

Cina: in calo formaggio, burro e polveri

Entrando nel dettaglio, sono meno di 10mila le tonnellate di formaggio importate dalla Cina a giugno; si tratta del primo risultato mensile inferiore a 10mila ton che si registra da ottobre 2021. Da inizio anno, le perdite maggiori si registrano per quanto riguarda il prodotto neozelandese (-22% nei primi sei mesi 2022). L’Ue mantiene la sua posizione di fornitore numero due della Cina, con una quota di mercato pari al 20%. Il tasso di crescita su base annua delle importazioni di Smp è ulteriormente diminuito (-30% da gennaio 2022). I principali fornitori, Nuova Zelanda e Ue, continuano a registrare i maggiori cali da inizio anno (-26% e -40% rispettivamente). Mentre le importazioni totali di Wmp, da inizio anno, raggiungono le 500mila tonnellate, sono sempre meno i prodotti spediti dal fornitore principale, la Nuova Zelanda. L’Ue ha fatto qualche passo avanti in termini di rappresentanza in questo segmento, nel 2022, anche se partendo da una base molto bassa (che ora rappresenta l’1,8% delle importazioni). Il siero di latte continua il suo drastico calo da inizio anno; tuttavia, va ricordato che il 2021 è stato un anno eccezionale per le importazioni cinesi di questo prodotto. La merce di provenienza Ue è in calo del 44% da inizio anno. I volumi maggiori provengono dagli Stati Uniti, che rappresentano il 52% delle importazioni. Il burro dalla Nuova Zelanda continua ad essere importato a ritmo costante (+1% da inizio anno). Tuttavia, i volumi dall’Ue e dall’Australia sono diminuiti rispettivamente del 31% da inizio anno e del 52% da inizio anno. Le importazioni di butteroil sono piuttosto deboli, con volumi da tutte le principali origini in calo da inizio anno. Le importazioni di alimenti per l’infanzia continuano a essere lente, tuttavia l’Ue sembra registrare piccoli guadagni in questo segmento (+6% su base annua e +3% da inizio anno). Ma in ogni caso, i livelli delle importazioni non sono affatto vicini a quelli visti nel 2020, o prima.