Ucraina, Nestlé risponde a Zelensky: “In Russia nessun profitto, solo prodotti essenziali”
Nestlé risponde alle critiche di Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino, qualche giorno fa, durante un collegamento video con una manifestazione che si è tenuta a Berna, ha puntato il dito contro il colosso alimentare svizzero perché non ha lasciato la Russia.
Nestlé, a questo proposito, ha ribadito le dichiarazioni che aveva già rilasciato in precedenza, precisando che le attività in Russia sono state fortemente ridotte. “Abbiamo arrestato tutte le importazioni ed esportazioni dalla Russia, ad eccezione dei prodotti essenziali”, scrive infatti Nestlé, che nel Paese impiega circa 7mila addetti.
Il gruppo ha anche indicato di aver interrotto gli investimenti e la promozione dei suoi prodotti. “Non stiamo realizzando alcun profitto con le attività rimanenti. Il fatto che noi, come altre aziende alimentari, forniamo alla popolazione le derrate alimentari essenziali, non significa che stiamo continuando a lavorare come prima”.
Allo stesso tempo, Nestlé ha spiegato che sta facendo “tutto il possibile per aiutare ad alleviare questa catastrofe umanitaria”, sia in Ucraina sia nei paesi vicini, si legge nella nota del colosso svizzero.
Le aziende alimentari presenti in Russia hanno scelto strade differenti. Alcuni produttori multinazionali hanno cessato di operare in Russia da quando le forze del Paese sono entrate in Ucraina, il 24 febbraio. Altri, tra cui appunto Nestlé, hanno interrotto gli investimenti di capitale in Russia, ma hanno continuato a fornire ciò che ritengono essere cibo essenziale.
Kellogg, and esempio, continua a fornire prodotti essenziali come cereali e biscotti, mentre PepsiCo, ha mantenuto la fornitura di latte e alimenti per l’infanzia, interrompendo le vendite dei principali marchi di bevande. Mondelez International continua invece a commerciare in Russia per “offerte di base”, sebbene abbia ridimensionato l’attività, mentre l’italiana Barilla ha continuato la produzione di pasta.