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Assolatte: sovracosti incidono del 12% sul fatturato. No al razionamento dell’energia nella filiera

La crisi in Ucraina desta profonda preoccupazione, anche nel settore lattiero caseario. Le aziende si sono subito attivate, come spiega il presidente di Assolatte Paolo Zanetti (foto), “inviando alle famiglie in difficoltà e ai profughi prodotti alimentari e sostegni materiali”. Ma ciò che sta accadendo, in aggiunta ai pesanti rincari degli ultimi mesi, si ripercuote profondamente sulle aziende del settore tanto che, pur comprendendo la delicatezza del momento, Assolatte ha nuovamente ribadito ai ministri Giancarlo Giorgetti (Mise), Luigi Di Maio (Maeci) e Stefano Patuanelli (Mipaaf) i grandi rischi che le industrie della trasformazione del latte stanno correndo. Da molti mesi, infatti, le aziende del settore si confrontano con eccezionali rincari dei costi energetici, del gas, di tutte le materie prime, dei semilavorati e dei servizi di trasporto e logistica. “Sulle imprese di trasformazione si stanno sommano tutti gli aumenti registrati a monte della filiera. Le nostre stime prudenziali, fatte salve ulteriori impennate dei costi, ci dicono che per le nostre aziende il 2022 comporterà aumenti complessivi tra 1,5 e 1,8 miliardi di euro. Sovracosti che incidono per il 10-12% sul fatturato complessivo del settore e che sono di gran lunga superiori alle marginalità garantite dalla trasformazione del latte”, spiega Paolo Zanetti, presidente dell’associazione che riunisce oltre 200 aziende del settore. Come evidenzia Assolatte, il mancato riconoscimento di questi aumenti, così come eventuali ulteriori rincari, che dipendono anche da significative speculazioni in atto sugli energetici, metteranno in ginocchio centinaia di aziende.

Assolatte: grande preoccupazione per la possibile riduzione del gas

L’aggravarsi del problema energetico, l’imprevedibilità dell’andamento delle forniture di gas – diretta conseguenza della crisi Russia/Ucraina – possono determinare, precisa Assolatte, il tracollo dell’intera filiera del latte italiano. Senza dimenticare la grande preoccupazione del settore per la possibile riduzione della disponibilità di gas, con l’ipotesi del razionamento delle forniture ventilata dal premier Draghi nel corso della sua ultima conferenza stampa. Nella lettera inviata ai Ministri, Assolatte ha sottolineato la necessità di escludere la filiera latte da misure così drastiche. “Il latte crudo non può essere conservato – scrive Zanetti –. Viene prodotto, raccolto e trasformato ogni giorno. Nessun anello della catena di produzione può subire stop o rallentamenti, pena la sospensione della raccolta, con i problemi che ne conseguono per gli allevamenti, e l’impossibilità di rifornire alle famiglie italiane latte, burro, formaggi e yogurt. Prodotti che anche nei mesi più difficili della pandemia, grazie ad uno sforzo corale della filiera, non abbiamo mai fatto mancare”.