numeri, trend, fatti

Usa: 2023 più magro per l’export dairy (-8%). Cresce l’import di formaggi Ue

Nell’arco dell’intero 2023 le esportazioni dairy degli Usa sono diminuite (-8% vs. 2022 e -1% vs. 2021) per diversi motivi, secondo il report Trade Data Monitor analizzato da Assocaseari: i volumi spediti nel 2022 erano molto elevati, la produzione di latte è diminuita nel corso dell’anno e il consumo interno è stato forte.

Guardando all’ultimo mese 2023, i flussi di formaggio dagli Usa sono rimasti allo stesso livello di quelli dello stesso periodo del 2022. La domanda messicana è ancora forte, mentre quella di Corea del Sud, Australia e Paesi MENA si è indebolita. Anche l’export di Smp è rimasto stabile rispetto al dicembre 2022, però in questo caso il Sud-est asiatico e i Paesi MENA hanno compensato il calo della richiesta di Messico e Cina. Si noti, tuttavia, che la domanda messicana è aumentata, nel 2023, e che il calo osservato da settembre è dovuto agli elevati valori della fine del 2022 con cui viene comparato.
Le esportazioni di burro sono invece diminuite drasticamente (-45% dicembre 2023 vs dicembre 2022) dopo essere aumentate per due anni consecutivi, guidate da un’impennata della domanda dei Paesi MENA (principalmente Bahrein ed Egitto) che nel 2023 ha rallentato. Inoltre, la merce destinata all’export era inferiore a causa dei forti consumi interni.

Usa: import ed export a dicembre 2023

Per quanto riguarda le importazioni, nel 2023 la Nuova Zelanda ha inviato l’88% in più di burro negli Stati Uniti (pari al 23% del fabbisogno di importazione statunitense); è cresciuta anche la domanda di burro irlandese (+6%). In aumento anche l’import di formaggio, 2% nell’intero anno e 15% a dicembre, con maggiori volumi provenienti dal Nicaragua, dalla UE e dal Canada.