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Grana Padano verso il nuovo piano produttivo: obiettivo 7 milioni di forme entro il 2030

Nel 2030 la produzione di Grana Padano potrebbe arrivare a 7 milioni di forme, contro i 5,45 milioni del 2023. A rivelare questo ambizioso obiettivo è il direttore generale del Consorzio, Stefano Berni (foto), in un’intervista rilasciata a il Sole 24 Ore. La dichiarazione arriva in un momento particolare: è in questi giorni, infatti, che l’ente di tutela sta avviando la discussione sul piano produttivo 2025-2030. “Lo approveremo a fine novembre e rispetto agli ultimi due piani triennali verrano inserite maggiori elasticità”, ha spiegato Berni al quotidiano economico. “Sarà un piano di crescita, ancorché guidata, alla fine del quale, nel 2030, mi aspetto di sfiorare i 7 milioni di forme di Grana Padano”.

Ma dove saranno destinate queste oltre 1 milione di forme in più? A trainare la crescita, secondo Berni, saranno i mercati esteri, dove, nel 2023, si dovrebbe registrare una crescita a volume del 5% stando alle previsioni del consorzio, anche grazie ad una forte spinta del grattugiato. D’altro canto, nel 2023 il prodotto grattugiato senza crosta, sfridi compresi, dovrebbe superare i due milioni di forme sfiorando il 40% del totale di Grana Padano venduto.

Anche il mercato interno sorride alla Dop: nonostante un aumento dei prezzi del 12%, nel 2023 le vendite a volume dovrebbero essere cresciute dello 0,8%, ha spiegato Berni. Ma non solo: “Il valore del Parmigiano Reggiano comincerà presto a risalire in maniera decisa, perché ora i produttori sono riusciti ad alleggerire le scorte, e il Grana Padano potrebbe di conseguenza guadagnare in competitività sul prezzo”.

Anche rispetto al prezzo del latte, Stefano Berni confronta i dati della Dop con quelli del Parmigiano Reggiano: “In termini di guadagno netto, nel 2022 i nostri allevatori hanno messo in tasca di più di quelli del Parmigiano Reggiano, e a conti fatti sarà così anche nel 2023”.