Granlatte chiede l’intervento delle istituzioni “per salvaguardare il settore lattiero caseario”
Una lettera aperta alle istituzioni che si occupano dell’agroalimentare italiano, diretta in particolare al Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, per chiedere interventi a favore del settore lattiero caseario a causa del calo dei consumi e dei costi della materia prima. E’ l’ultima iniziativa del consiglio di amministrazione di Granlatte, holding del Gruppo Granarolo, che nel mese di giugno ha pagato il latte 52 centesimi al litro (acconto, considerato che si tratta di una cooperativa). La missiva sulla situazione del lattiero caseario è indirizzata all’intero sistema della rappresentanza agricola e cooperativa, della trasformazione industriale e a quello della distribuzione, anche se non è del tutto chiaro quali siano le richieste avanzate verso questi soggetti.
Granlatte: la lettera del cda
“Nel corso del 2022”, esordisce il cda Granlatte, “esattamente dal mese di aprile, abbiamo assistito all’incremento progressivo del prezzo del latte anche a seguito della iniziativa non replicabile del nostro gruppo (il riferimento è alla famosa vicenda dell’aumento a 48 centesimi, ndr), al fine di consentire alle aziende zoogeniche di far fronte al balzo anomalo dei nostri di produzione. Tale adeguamento è stato fondamentale per salvaguardare la redditività dell’intera filiera”. Poi la situazione attuale: “Da gennaio di quest’anno, la remunerazione del latte alla stalla ha subito una riduzione di poco meno di 10 euro/hl e le previsioni del mercato lasciano supporre una ulteriore flessione fino alla fine dell’anno. Per contro, i costi di produzione alla stalla continuano a rimanere sostenuti. Pertanto, il prezzo di remunerazione è ritornato evidentemente al di sotto dei costi di produzione”.
“Il latte è alla base delle eccellenze casearie nazionali, in particolare delle Dop, che esportiamo in tutto il mondo, ma produrlo secondo i più alti standard qualitativi e del benessere animale costa e costa ancora di più produrlo secondi gli ormai imprescindibili criteri di sostenibilità, che richiedono importanti investimenti per gli adeguamenti alle stalle. E’ imprescindibile che il mondo agricolo ed allevatoriale deve essere consapevole di quanto sia fondamentale salvaguardare la competitività delle nostre produzioni alimentari anche nei confronti dei competitor europei, così come è doveroso guardare con attenzione il calo dei consumi, frutto dell’aumento del costo della vita e della riduzione del potere di acquisto delle famiglie, ma riteniamo indispensabile, che per trovare il giusto equilibrio di mercato, dovrebbero essere presi in considerazione anche i costi di produzione alla stalla, anche in ottemperanza alla normativa europea recepita nel nostro Paese dal Decreto Legislativo n.198 dell’8 novembre 2021. La certezza del prezzo, è la condizione essenziale per qualsiasi imprenditore per programmare la propria produzione e ciò vale in particolare nella gestione dinamica della mandria che necessita di tempi medio – lunghi”.
E poi la conclusione: “Confidando di trovare riscontro a questa nostra sollecitazione, dichiariamo la nostra piena disponibilità ad essere parte attiva di un confronto tra le parti interessate, al fine di mettere in sicurezza le imprese e salvaguardare nel medio periodo il settore lattiero-caseario, nell’incertezza della filiera”.