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Inflazione, scontro fra la Bce e il governo italiano: “Rischio recessione con il rialzo dei tassi”

La Bce, sull’orlo di una crisi di nervi causa inflazione, conferma il rialzo dei tassi d’interesse già annunciato per luglio. Con un anticipo che sorprende, vista la delicatezza del momento. Ma non solo: per bocca del suo presidente, Christine Lagarde, la Banca centrale europea punta il dito contro le aziende che sarebbero colpevoli del perdurare dell’inflazione. Parlando al forum Bce a Sintra, in Portogallo, Lagarde ha affermato: “La prima fase di rialzi dei prezzi è stata guidata dalle imprese, che hanno reagito al forte aumento dei costi dei fattori di produzione difendendo i propri margini e trasferendo l’aumento dei costi sui consumatoriL’intensità di questa reazione è stata insolita. Durante precedenti shock le imprese avevano avuto la tendenza ad assorbire l’aumento dei costi nei margini di profitto, poiché una crescita più lenta rendeva i consumatori meno disposti a tollerare aumenti dei prezzi. Ma le condizioni speciali che abbiamo vissuto l’anno scorso hanno stravolto questo schema. L’ampiezza della crescita dei costi di input ha reso più difficile per i consumatori giudicare se gli aumenti dei prezzi fossero causati da costi più elevati o profitti più elevati, alimentando un trasferimento dei costi più rapido e più forte. Allo stesso tempo, la domanda repressa nei settori in riapertura, i risparmi in eccesso, le politiche espansive e le restrizioni dell’offerta causate da colli di bottiglia hanno dato alle aziende più spazio per testare la domanda dei consumatori con prezzi più alti. Per questo motivo, i profitti unitari hanno contribuito per circa due terzi all’inflazione nel 2022, mentre nei 20 anni precedenti il ​​loro contributo medio era stato di circa un terzo”. Nessun riferimento, però, alla stampa di moneta che ha caratterizzato gli ultimi anni e che è, secondo molti osservatori, il terreno di coltura di quesa situazione.

Inflazione e tassi, la reazione dei ministri Tajani e Urso

L’annuncio di un ulteriore aumento del tassi a luglio ha scatenato le reazioni italiane. A parlare per primo è stato il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani: “Non credo che vada in direzione della crescita continuare ad aumentare i tassi di interesse. Noi soffriamo di un’inflazione diversa dagli Usa, è provocata dal costo delle materie prime a causa della guerra, oggi aumentare il costo del denaro significa mettere le imprese in difficoltà. Con i tassi troppo alti si rischia la recessione”. Stessa preoccupazione espressa qualche ora dopo anche dal ministro per il Made in Italy, Alfredo Urso: “I motivi dell’inflazione sono esterni, non interni all’Ue, mentre il rischio evidente a tutti è la recessione. In questo momento l’Italia ancora regge, ed è tra le grandi potenze occidentali l’unica che ancora cresce in maniera che direi significativa, ma la Germania è in recessione piena. E condizionerà anche noi”.