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Cala dell’1,8% il valore del settore agricolo in Italia, nel 2022. Tiene la zootecnia

Una fotografia in controtendenza rispetto al resto dell’economia nazionale, per il settore agricolo. E’ quanto emerge dai dati Istat relativi al 2022 sul valore aggiunto per agricoltura, silvicoltura e pesca, calato, in termini reali, dell’1,8%. In flessione anche volume della produzione (-1,5%) e occupazione (-2,1%).

Andamenti negativi per quasi tutte le coltivazioni: in decisa contrazione la produzione di legumi (-17,5%), olio di oliva (-14,6%) e cereali (-13,2%); diminuiscono le attività di supporto (-5,4%) e il comparto zootecnico (-0,6%). In forte rialzo i prezzi di vendita dei prodotti agricoli (+17,7%) e incremento ancora più consistente dei prezzi dei beni e servizi impiegati dal settore (+25,3%). Produzione e valore aggiunto in deciso calo (-3% e -1,5%) in tutta l’Ue, dove l’Italia risulta seconda per valore aggiunto e terza per valore della produzione.

Nel 2022 il valore aggiunto dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco è cresciuto dello 0,3% in volume, mentre quello del comparto agroalimentare nel complesso (che comprende agricoltura, silvicoltura e pesca e industria alimentare) ha fatto registrare un decremento dello 0,8% in volume, in controtendenza rispetto agli anni precedenti. La quota del settore agroalimentare sul totale economia è passata dal 4% del 2021 al 3,8% del 2022: il settore primario ha contribuito per il 2,2% (come nel 2021) e l’industria alimentare per l’1,6% (1,8% nel 2021).

Settore agricolo: tiene la zootecnia

Analogamente a quanto avvenuto nel 2021, l’annata è stata negativa per le coltivazioni (-2,5% in volume), con sensibili decrementi per legumi (-17,5%), olio d’oliva (-14,6%), cereali (-13,2%) e piante foraggere (-9,9%); in flessione anche ortaggi (-3,2%), piante industriali (-1,4%) e vino (-0,8%). Per il settore zootecnico, dopo l’andamento positivo evidenziato nel 2021 in termini di volumi sulla scorta della ripresa post-pandemica, il 2022 ha fatto segnare un calo delle produzioni dello 0,6%. In flessione sono risultate le carni animali, soprattutto quelle suine (-2,8%) e il pollame (-1,5%) mentre sono cresciute quelle bovine (+2,5%) come già avvenuto l’anno precedente. Tra gli altri prodotti zootecnici, hanno subito un lieve calo i volumi del latte (-0,5%). Complessivamente, il settore zootecnico ha mostrato segnali di tenuta, con decrementi produttivi di entità contenuta se si tiene conto delle difficoltà legate all’approvvigionamento di fieno e foraggi per il bestiame dovute alla siccità e all’impennata dei costi per i rincari dell’energia e dei mangimi.