latticini
numeri, trend, fatti

Ue, export dairy in ripresa, a febbraio. Ma non per il formaggio, che cala del 5%

Segnali di ripresa per i flussi di export dairy made in Ue, in affanno da qualche tempo. A febbraio, infatti, si è registrato un miglioramento delle esportazioni lattiero casearie della Ue anche se i volumi rimangono contenuti nonostante l’aumento di Smp e di burro, come evidenzia il report Trade Data Monitor. In particolare, restano in contrazione i flussi di formaggio (-5%), principalmente a causa dei minori quantitativi spediti in Giappone, Ucraina, Cina e Paesi Mena. I volumi inviati alla destinazione numero uno, cioè il Regno Unito, sono invece aumentati per il secondo mese consecutivo, dopo un 2022 piuttosto piatto.

L’export Ue di Burro è cresciuto del 4% febbr.’23/febbr.’22. Bene anche i volumi spediti negli Stati Uniti che, nel primo bimestre 2023, sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Anche la domanda di Turchia, Israele e Svizzera è stata forte e va a compensare il calo di Indonesia, Regno Unito e Cina.

Dopo un 2022 negativo, le esportazioni di Smp sono aumentate per il sesto mese consecutivo con un netto +39%. Tutte le principali destinazioni, in primis i Paesi Mena, hanno aumentato la domanda incidendo positivamente sui flussi di export dairy. E’ stato registrato un calo solo della merce spedita verso il Sud-Est Asiatico. Le spedizioni di Siero sono rimaste stabili. La ripresa della domanda cinese ha compensato il calo del sud-est asiatico e della Corea del Sud. Anche l’export di infant formula è in continua ripresa (+18%), spinto dalla forte domanda cinese. Per quanto riguarda le importazioni, invece, nel primo bimestre si è registrato un calo dei volumi di formaggio e di burro provenienti dal Regno Unito. Al contrario, la Nuova Zelanda ha inviato in Ue maggiori quantitativi di burro. Nel complesso, il formaggio è sceso del 10% mentre il burro cala, a febbraio, del 34% rispetto allo stesso mese del 2022.