Mentre l’Italia ha scelto di vietare produzione e ricerca su alimenti e mangimi sintetici, ricevendo plausi ma anche scatenando diverse polemiche, Danone Manifesto Ventures, controllata della multinazionale francese Danone, annuncia l’ingresso in Wilk Technologies, azienda con sede in Israele specializzata nei prodotti dairy a base di cellule e latte sintetico. L’operazione avrebbe comportato un investimento di oltre 2 milioni di dollari per il 2% del capitale azionario di Wilk. Fondata nel 2018 dalla dottoressa Nurit Argov-Argaman dell’Università Ebraica di Gerusalemme, l’azienda ha sviluppato una tecnologia basata sulle cellule per produrre latte materno e animale coltivato.

La società di Tel Aviv, che è quotata in borsa, può contare su un brevetto già approvato e numerose domande presentate, relative a processi di produzione in laboratorio che replicano le cellule di latte umano e di altri mammiferi.

“In qualità di leader globale nelle nostre categorie, esploriamo sempre tecnologie nuove ed emergenti guidate dalla scienza. L’esperienza di Wilk è rilevante per le nostre offerte di prodotti lattiero-caseari a base vegetale e specializzati e, anche se siamo ancora agli inizi, crediamo che il loro lavoro in quest’area possa contribuire alla nostra ricerca, innovazione e sviluppo di prodotto”, ha dichiarato un portavoce di Danone in una nota, spiegando che questa operazione si inserisce nella strategia della multinazionale: collaborare con aziende di alimenti e bevande orientate a “creare un futuro sano e sostenibile”.

Ma Wilk è solo una delle tante aziende israeliane di tecnologia alimentare che stanno sviluppando latte coltivato e senza animali attirando capitali da tutto il mondo. Tra queste c’è Remilk, con sede a Rehovot, che nel 2022 ha raccolto 120 milioni di dollari per il suo latte, formaggio e yogurt prodotti “senza mucche”. O Imagindairy di Tel Aviv che, a maggio 2022, ha raccolto 28 milioni di dollari per il suo caseificio fermentato.