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Sovranità alimentare, fondo da 100 milioni di euro. Lollobrigida: “risorse su settori strategici”

“La sovranità alimentare si raggiunge impiantando risorse su settori strategici della nostra nazione, si deve ragionare con una valutazione chiara su quali sono i soggetti principali, i produttori. A loro va dato sostegno e la possibilità di lavorare con dignità con rispetto dei diritti e la possibilità anche di una economia agricola sostenibile della quale l’Italia è un esempio”. A dirlo è il ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida a margine del XX Forum della Coldiretti. Sul tema, nella nuova finanziaria, è stato istituito un fondo che destina alla sovranità alimentare 25 milioni di euro l’anno, per un totale di 100 milioni di euro.

Nella finanziaria, spiega ancora Lollobrigida, c’è anche “un fondo per la ricerca perché l’Italia deve seminare il suo futuro, riuscire ad investire sulla ricerca e quindi garantire anche la capacità di affrontare tenendo conto dell’obiettivo dei nostri prodotti con metodologie nuove, non impattanti sull’ambiente ma capaci di garantire una produzione adeguata per dare buon cibo ai nostri cittadini”.

“Questi gli obiettivi in Finanziaria dove siamo riusciti anche a non tagliare niente di quello che era stato previsto nel passato – ha ancora detto il ministro – abbiamo implementato le risorse, abbiamo previsto un fondo di 500 milioni di euro che servirà a sostenere le persone che non ce la fanno, i più deboli, per poter acquistare prodotti che siano anche di beni primari, magari prodotti dalle filiere nazionali”.

Nel corso del suo intervento Lollobrigida è tornato anche sul tema della carne sintetica, dopo le parole di Frans Timmermans, vice presidente della Commissione europea intervenuto al forum, che ha smentito “l’esistenza di progetti della Commissione europea sul cibo sintetico”. Il Cda del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), ha spiegato Lollobrigida, “ieri ha approvato una delibera che investe sulla ricerca per capire quali sarebbero gli effetti dei prodotti realizzati in laboratorio che tengano conto sì di quello che dicono gli studi scientifici statunitensi, ma anche per verificare se questi prodotti, come dice qualcuno, non fanno male oppure danneggiano i nostri concittadini dal punto di vista della salute. Penso che sia un passo in avanti e deciso in contrasto con chi, su parole d’ordine ideologiche, pensa di raccontare quello che ha sentito dire, magari indotto da grandi organi di stampa pagati da multinazionali che sul cibo vogliono fare affari a danno dell’economia reale”.