Cibus/Tuttofood: primo passo verso la partnership tra le due fiere
Fiera Milano ha siglato un accordo “non vincolante” con gli azionisti privati di Fiere di Parma. Una partnership, auspicata da tempo dalla filiera agroalimentare, che ha l’obiettivo di creare “una comune piattaforma fieristica europea nel comparto agro-alimentare”, come si legge in una nota diffusa dall’ente milanese. L’operazione, in concreto, si dovrebbe realizzare attraverso la sottoscrizione di un aumento di capitale di Fiere di Parma riservato a Fiera Milano, che avrebbe una quota di minoranza, almeno all’inizio, e il contemporaneo conferimento del ramo d’azienda Tuttofood, organizzata nei padiglioni di Rho, a Fiere di Parma. L’obiettivo della partnership è quello di creare una nuova piattaforma fieristica multipolare con due eventi: da un lato “Cibus Parma”, concentrata sul made in Italy alimentare e sui territori, dall’altro “Tuttofood powered by Cibus” che si terrebbe a Milano con la gestione affidata a Fiere di Parma. Questa manifestazione, spiega il comunicato di Fiera Milano, “potrà accogliere una platea espositiva internazionale e quindi competere con le omologhe manifestazioni europee”.
La nota conclude specificando che, data la natura non vincolante degli accordi, “informazioni aggiuntive saranno diffuse al mercato al momento della loro certa determinazione, allorquando le parti avranno concluso le ulteriori trattative e si saranno avverate le necessarie condizioni”. Di certo, definire i dettagli dell’operazione è complesso sotto molti punti di vista. Nella vicenda che vede le due fiere italiane del food farsi concorrenza da anni, diversamente da quanto accade nei principali competitor europei (esempio la Francia con Sial o la Germania con Anuga), sono coinvolti territori e pubbliche amministrazioni, enti fieristici e locali, istituzioni, banche, aziende e politica. Ma questa intesa preliminare sembra essere il primo passo verso la realizzazione di una unità d’intenti, soprattutto verso il mercato estero, sempre più essenziale per il made in Italy che ha nell’export il suo sbocco principale per il futuro.