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La Cina resta lontana: import dairy in calo anche a luglio

Ancora non arrivano segnali positivi dal gigante cinese, per il settore lattiero caseario, secondo l’analisi Assocaseari del report Trade data Monitor. Gli ingenti stock acquistati dalla Cina, sebbene stiano calando, non sono ancora stati esauriti. Se a questo si aggiungono i problemi logistici e dei trasporti, i lunghissimi lockdown e le imponenti misure di contenimento per il Covid che ancora interessano diverse città cinesi, il risultato è di un perdurare del debole import, confermato anche per il mese di luglio dopo i dati negativi di giugno. Certo, i confronti del 2022 si fanno con i dati del 2021, quando la Cina aveva innestato il turbo sugli acquisti per arrivare agli stock che oggi rallentando la ripresa degli ordini. Ma il trend prosegue da qualche mese ed è aggravato dalle tensioni economiche e dalla mancanza di container, problema che sta condizionando gli scambi in tutto il mondo.

import Cina


Le importazioni di Smp e Wmp sono state le più basse, rispettivamente, degli ultimi quattro e sei anni, con cali di ben il 41% per l’Smp e del 50% per il Wmp, nel confronto con luglio 2021. Anche l’import di siero è diminuito, lasciando sul terreno il -17% lug.’22/lug.21; il fornitore che registra perdite maggiori è la Ue poiché in questo momento la Cina si rivolge soprattutto agli Stati Uniti, che oggi offrono merce a prezzi più competitivi. Per la prima volta dal primo semestre 2018, invece, la Ue ha fornito oltre il 70% dell’infant formula importato dalla Cina, che in generale cresce del 35%, mentre sono in calo le importazioni di latte liquido (-25%) da tutti i principali fornitori, ad eccezione dell’Australia (+9% da inizio anno). Scendono anche i formaggi, che totalizzano un -26%, la crema (-6%) e i prodotti fermentati (-35%). Stabili, invece, le importazioni di burro mentre salgono quelle di butteroil (+44%) e di lattosio (+32%).