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Inflazione, Federdistribuzione: inevitabili aumenti nelle prossime settimane. Serve il taglio dell’Iva

Come ampiamente previsto, anche nel mese di marzo cresce ancora l’inflazione. I dati preliminari dell’Istat registrano un ulteriore incremento congiunturale del +1,2% che porta l’indice tendenziale al +6,7%. Ad influenzare questo dato sono principalmente i beni energetici (+52,9%) ma cresce anche l’indice del carrello della spesa, arrivato a +5,0%. “Con l’inflazione cresce anche la preoccupazione degli italiani: il 75% teme per la tenuta dei propri bilanci familiari, e 4 italiani su 10 ritengono di dover tagliare i consumi”, è il commento preoccupato di Carlo Alberto Buttarelli, direttore relazioni ufficio studi e relazioni di filiera di Federdistribuzione.

“Intravediamo già alcuni primi effetti nei comportamenti di acquisto: nell’alimentare si registra una maggiore ricerca della convenienza e livelli di vendite che permangono deboli. Situazione ancora più accentuata nel settore non alimentare, dove i volumi di vendita risentono del clima di incertezza tra i consumatori, che temono le ripercussioni del caro energia e dell’aumento generale dei prezzi”.

Inflazione che non si vedeva da decenni. Intervento delle istituzioni non più rinviabile

Buttarelli preannuncia le mosse del retail e chiede un’intervento istituzionale sull’Iva per i beni di primi necessità. “In questi ultimi mesi le aziende della distribuzione moderna hanno operato per limitare aumenti generalizzati dei prezzi, assorbendo parte dei maggiori costi, nonostante stiano subendo anche i crescenti oneri economici del caro energia. Le nostre imprese non potranno sostenere a lungo tale sforzo economico ed è inevitabile che nelle prossime settimane si registrino aumenti sui prezzi di vendita. Le nostre aziende manterranno alto l’impegno a cercare di limitare gli effetti di questi aumenti, continuando a proporre soluzioni di convenienza alle famiglie, anche per scongiurare il rischio di una contrazione dei consumi che, generati da una spinta inflattiva che non si vedeva da decenni e a dall’incertezza per la crisi in Ucraina, potrebbero mettere in grande difficoltà molte filiere. In questa situazione, non è più rimandabile l’intervento delle istituzioni a tutela del potere d’acquisto dei consumatori ed è auspicabile che si intervenga con la riduzione temporanea dell’Iva su un paniere di beni di prima necessità, misura che darebbe un sostegno immediato alle tante persone già in difficoltà economica dopo due anni di pandemia”, conclude Buttarelli.