Anuga 2021 si chiude con un calo di 100mila visitatori
Fino a prima della pandemia, era la fiera leader del settore agroalimentare nel mondo. Oggi Anuga, a due giorni dalla chiusura dei padiglioni, tira le somme dell’edizione 2021. E i numeri sono impietosi: 70mila i visitatori, contro i 170mila dell’edizione 2019, provenienti da 169 paesi anziché 201. All’appello, ovviamente, sono mancati i compratori e i visitatori extra Ue. Ma le cifre dicono che non sono solo quelli ad aver disertato gli storici padiglioni di Koelmesse, normalmente affollati dal primo all’ultimo giorno seppur con qualche calo fisiologico la domenica. Anche sul fronte degli espositori, il calo è significativo, anche se questo lo si sapeva già prima di cominciare. La fiera leader mondiale per alimenti e bevande ha visto la partecipazione di circa 4.600 aziende che hanno animato la fiera di Colonia dal 9 al 13 ottobre contro i circa 7.500 espositori del 2019.
Padiglioni con tanti spazi vuoti e problemi organizzativi
Certo, si tratta comunque di cifre importanti, sopratutto considerato il quadro complessivo in cui si è svolta la fiera, e senza dubbio business se ne è fatto. Ma niente a che vedere con ciò cui si era abituati. Quest’anno si sono visti corridoi e padiglioni a tratti deserti, un’organizzazione farraginosa e poco efficiente – ma questo era un tema di cui gli espositori si erano già lamentati nel 2019 – una fiera che, nel complesso, era allestita senza la solita cura e senza ovviare ai tantissimi spazi vuoti che rendevano i padiglioni sempre un po’ spettrali, come fosse un evento in disallestimento. Si potrebbe obiettare che il business è sostanza e non apparenza ma la verità è che il luogo, l’organizzazione, il contesto complessivo e il clima generale incidono anche sul business perché a farlo sono sempre le persone. E’ indubbio che Anuga andava fatta: c’era bisogno di un appuntamento internazionale e dell’opportunità di incontrare vecchi e nuovi clienti. Ma, forse, si poteva farlo in un altro modo, riducendo gli spazi e soprattutto i costi che, a differenza del resto, sono rimasti molti alti. Stesso discorso vale per la lunghezza della fiera: in questi casi, c’è sempre lo scoglio dell’indotto, che vive sulle manifestazioni fieristiche e, ancora più dopo i mancati incassi causati dalla pandemia, non ne vuole sapere di veder accorciata la durata di un evento. Ma non viviamo in tempi normali ed era chiaro che una fiera di cinque giorni, in questa situazione, era troppo lunga. Da qualche parte, forse, si doveva intervenire. Anche per sostenere quanti, e sono stati tanti, hanno deciso di scommettere su questo evento nonostante tutte le incertezze. La prossima Anuga si svolgerà dal 7 all’11 ottobre 2023. E chissà se, per allora, l’Italia sarà riuscita a proporre un evento di portata globale capace di competere con quello tedesco e con il Sial di Parigi.
Anuga, il presidente Bose: “Siamo molto contenti di questo risultato, che sottolinea l’importanza globale della fiera”
La direzione della fiera si è detta comunque soddisfatta. “Siamo molto contenti di questo risultato che sottolinea l’importanza globale di Anuga e la fiducia per la nostra organizzazione fieristica. Inoltre, dimostra anche che la Germania come sede fieristica continua a mantenere una posizione di leadership attraente in termini di competizione globale”, ha spiegato Gerald Böse, presidente e amministratore delegato di Koelnmesse.
“Le persone provenivano da 169 nazioni: questo è un segnale forte e mostra allo stesso tempo quanto l’industria alimentare internazionale abbia bisogno delle fiere per tornare a fare affari. I nostri espositori, che hanno riferito di ottimi incontri con i clienti e l’alta qualità dei visitatori professionali, hanno riconosciuto questo fatto. Gli incontri con i buyer hanno anche confermato quanto sia molto importante il tempo speso nel dialogo personale con i clienti. Anuga 2021 ha semplicemente reso di nuovo personale il mondo internazionale del cibo. E questa euforia e spirito di ottimismo è stato evidente in tutta la fiera”, ha sottolineato Oliver Frese, Chief Operating Officer di Koelnmesse.
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