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Confindustria: il sostegno alla maternità entra nel dibattito per la presidenza, a Vicenza

La storia la conosciamo un po’ tutti, genitori e non. Una mamma in attesa, la gioia della notizia e poi subito un pensiero: comunicarlo al datore di lavoro. Ed è qui, spesso, che iniziano i momenti difficili per i futuri neo genitori. Come la prenderanno in azienda? Cosa cambierà nel lavoro? E se il contratto non è dei più solidi?

C’è un altro modo in cui la si può guardare, cioè quello delle cifre: in Italia muoiono circa 700mila persone all’anno e ne nascono meno di 400mila. Il saldo, in negativo, è una perdita di 300mila vite ogni anno. Numeri che la pandemia non ha fatto che peggiorare, con la natalità che si è ulteriormente ridotta.

Certo, non è solo il lavoro il problema, ma di sicuro è uno dei principali. E lo è, prima di tutto, per dare la serenità necessaria ad una decisione importante come quella di avere figli. Negli ultimi anni, qualche imprenditore ha preso coscienza non tanto del problema, sotto gli occhi di tutti, ma della possibilità di far parte della soluzione. Nel settore caseario ha fatto molto rumore, qualche tempo fa, l’introduzione del baby bonus, cioè il riconoscimento di una mensilità premio per i neo genitori, alla Brazzale. A quella prima iniziativa ne sono seguite altre, con un gruppetto di imprenditori che hanno iniziato a farsi portavoce di questa possibilità. Ed è così che nella corsa al rinnovo della presidenza per Confindustria Vicenza, cioè la terza per importanza in Italia, l’argomento del sostegno alla maternità è diventato uno dei principali, senza dubbio il più visibile. A muovere le acque, e anche l’attenzione di alcuni candidati, l’appello lanciato proprio a loro da Roberto Brazzale, al quale hanno aderito oltre 400 firmatari. L’elezione è ormai alle porte: riuscirà questo appello a far breccia nei programmi del vincitore?

L’appello ai candidati

“Il ruolo delle imprese e degli imprenditori è decisivo per recuperare il clima necessario perché i giovani ritornino a sentire maternità e paternità al centro della vita sociale. Il giusto atteggiamento degli imprenditori ed il clima nelle imprese sono determinanti; spesso è proprio in azienda che gli aspiranti genitori percepiscono gli ostacoli maggiori. Per questo, insieme ad oltre 400 persone che sostengono l’iniziativa, abbiamo rivolto ai candidati un appello perché inseriscano questo tema in cima alle priorità, proponendo la creazione di “modelli” di misure aziendali per gli associati. Non denari o iniziative pubbliche ma un impegno perché Confindustria diventi promotore di politiche aziendali virtuose. Si può fare tanto anche senza lo stato. E’ il momento di provarci. Più saremo e più la nostra iniziativa avrà effetto”.