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Stati Uniti, ancora debole l’export a maggio. Da record però i formaggi, grazie ai prezzi

Esattamente come temevano gli operatori, le esportazioni degli Stati Uniti sono piuttosto deboli quest’anno e a maggio si è registrata l’ennesima contrazione secondo il report Trade Data Monitor analizzato da Assocaseari. I volumi di tutti i prodotti, infatti, ad eccezione di formaggio, siero e WPC, sono calati. Il Sud-est asiatico è la destinazione che ha contribuito maggiormente alla perdita in maggio, parzialmente compensata da Messico, Giappone e Corea del Sud, mentre nei primi cinque mesi dell’anno le perdite più importanti si sono registrate nelle spedizioni verso la Cina. Bene l’export di formaggio che, sostenuto dai prezzi molto competitivi, ha raggiunto il secondo record di sempre. La principale destinazione è di gran lunga il Messico, seguito da Giappone e Corea del Sud, ancora in ripresa dopo il crollo dello scorso anno. I flussi di SMP a maggio sono diminuiti drasticamente verso tutte le principali destinazioni ma soprattutto verso il sud-est asiatico. La domanda messicana continua a indebolirsi e spiega il calo da inizio anno, ma è interessante notare che queste esportazioni sono confrontate con i volumi eccezionali registrati nel 2023. Le spedizioni di siero, dopo un inizio dell’anno debole, sono migliorate in aprile e maggio, con volumi maggiori inviati in Messico, Cina e Sud-Est asiatico. I quantitativi esportati nei primi cinque mesi dell’anno sono stati leggermente superiori rispetto a quelli dello stesso periodo del 2023 poiché le buona performance nel sud-est asiatico e in Messico hanno compensato la perdita in Cina. L’export di burro è tornato negativo dopo aver registrato un rimbalzo in aprile, a causa principalmente dei volumi inferiori inviati in Canada.

Maggio è stato invece un altro mese solido per le importazioni statunitensi, con tutti i principali prodotti in rialzo. La Ue si conferma il fornitore principale di formaggio, coprendo il 70% del fabbisogno di importazioni degli Stati Uniti, mentre la Nuova Zelanda ha fatto grandi passi avanti nel segmento burro, nel 2024. Le importazioni di questo prodotto dall’Irlanda sono riprese a maggio dopo un inizio anno molto deludente.