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“Il buono del bianco”: Sabelli lancia il suo progetto di filiera

“Il buono del bianco”: è questo il nome del progetto di valorizzazione della filiera lattiero-casearia italiana, presentato da Sabelli al Cibus 2024 (foto), all’insegna della sostenibilità ambientale, economica e sociale, in un’ottica di innovazione e miglioramento costante. “Con quest’iniziativa intendiamo portare valore all’intera filiera lattiero-casearia italiana – spiegano Angelo Galeati e Simone Mariani, amministratori delegati dell’azienda – dando il nostro contributo concreto agli allevatori che, come noi, hanno a cuore il presente e il futuro di quest’importante settore produttivo, alle prese con molte difficoltà dettate dal passaggio generazionale e dalle nuove sfide imposte dalla sostenibilità. Noi, come azienda, abbiamo deciso di fare la nostra parte e di allearci con gli allevatori che credono nel nostro progetto e condividono la nostra visione. ‘Il buono del bianco’ nasce proprio per condividere con gli allevatori un rapporto di crescita reciproca e per premiarli degli sforzi che stanno affrontando, in un rapporto win-win che ha come ultimo beneficiario il consumatore finale, a cui porteremo prodotti sempre più buoni, in tutti i sensi”.

Il buono del bianco: i requisiti del disciplinare tecnico Sabelli

Con Il buono del bianco, Sabelli introduce un sistema di remunerazione dei conferitori del latte basato sul loro livello di implementazione dei requisiti stabiliti dal disciplinare tecnico Filiera Sabelli. Un approccio che premia la qualità, sostenendo gli allevatori che fanno il loro mestiere con abilità, attenzione e passione. La novità del progetto Sabelli sta nel fatto che nel disciplinare tecnico, alle caratteristiche organolettiche e di sicurezza alimentare del latte, vengono affiancati parametri riferiti ad alcuni aspetti innovativi che riguardano la sostenibilità: la valorizzazione del benessere animale, l’impegno per la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica, la rintracciabilità del latte e l’incentivo del ricambio generazionale tra gli allevatori.

“Con Il buono del bianco vogliamo andare oltre i requisiti di sicurezza alimentare e di qualità delle materie prime – proseguono Galeati e Mariani – valorizzando ulteriormente gli allevatori che conferiscono a noi il loro latte, premiando quelli più attenti agli aspetti della sostenibilità ambientale, non solo per quanto riguarda l’uso di fonti energetiche alternative (come il fotovoltaico) ma anche per la tutela del suolo grazie al recupero dei reflui derivanti dall’allevamento da destinare a biogas/biometano. Parimenti vogliamo sostenere gli allevatori sensibili al benessere animale (in particolare alla riduzione dell’uso di antibiotici e all’introduzione di sistemi di condizionamento nelle stalle) e quelli che hanno investito in tecnologie (come robot per la mungitura e l’alimentazione selettiva), così da favorire anche il ricambio tra le generazioni e tutelare non solo la storia delle singole aziende ma anche di un intero territorio”.

Grazie al progetto Il buono del bianco, Sabelli garantisce un riconoscimento economico agli sforzi attuati dagli allevatori per migliorare il benessere dei bovini da latte e la bio-sicurezza, per rendere sempre più efficienti e digitali gli allevamenti, per raggiungere la completa rintracciabilità del latte e per migliorare l’impatto ambientale, con l’adozione di energie rinnovabili e di pratiche di tutela del suolo. Per poter aderire a questo progetto, gli allevatori devono possedere precisi requisiti minimi di ingresso, riferiti alla biosicurezza e al benessere animale, verificati dal sistema ministeriale ClassyFarm. Inoltre, per poter continuare a far parte del progetto, devono superare i regolari controlli microbiologici svolti da Sabelli e le verifiche ispettive effettuate da Agroqualità, società di RINA e del Sistema Camerale Italiano specializzata nel settore agroalimentare, in questo caso preposta alla certificazione del disciplinare tecnico Filiera Sabelli.

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