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Unicomm: da gennaio 2023 un mese aggiuntivo di congedo maternità per le collaboratrici

“Carissime collaboratrici, carissimi collaboratori, come ci avete sentito spesso ripetere in questi anni, tra i valori al centro dell’agire di Unicomm c’è quello della famiglia”. Inizia così la lettera che le famiglie Cestaro, titolari del Gruppo veneto associato Selex, hanno inviato il 19 dicembre a tutti i propri collaboratori. Una missiva della Gdo molto diversa da quelle di cui normalmente si parla, che ha per tema famiglia e maternità. “Non a caso amiamo definire la nostra azienda una grande famiglia, perché crediamo che i rapporti umani e di fiducia abbiano un valore inestimabile non solo nella vita ma anche per il successo stesso dell’azienda […]. Il valore della famiglia è spesso considerato ‘fuori moda’, legato a un tempo che è passato: noi crediamo invece che sia il più attuale di tutti e che possa essere ancor di più una guida in tempi complessi come stiamo vivendo”. Quella della famiglia Cestaro non è solo una lettere d’auguri e d’intenti ma l’annuncio di una iniziativa che la missiva definisce “simbolica ma anche molto concreta”. Sulla scorta di quanto fatto anche da altre aziende venete, Unicomm, a partire da gennaio 2023, in aggiunta ai cinque mesi della maternità obbligatoria, prevista dalla legge e a carico dell’Inps, riconoscerà “a tutte le nostre collaboratrici in dolce attesa un mese in più di congedo maternità che sarà a carico dell’azienda”. Chiare le motivazioni di questa scelta: “Tante volte abbiamo letto o sentito dai media di donne che non sono state assunte per il timore che potessero avere figli, noi abbiamo scelto di andare in controtendenza e di premiare invece chi ha il coraggio di investire sulla propria famiglia”. Una motivazione , quella di Unicomm, condivisa da tutte le aziende che hanno avviato iniziative in questa direzione, come ha fatto, nel lattiero caseario, la Brazzale di Zanè. Dopo aver proposto, nel 2017, il Baby Bonus, cioè l’erogazione di una mensilità aggiuntiva per ogni nuovo bambino nato, per favorire i neo genitori Brazzale ha poi potenziato la flessibilità, ritagliando gli orari di lavoro in funzione di quelli del genitore e ha allungato il congedo parentale di un anno oltre i termini di legge, sobbarcandosi un onere di circa 10 mila euro per beneficiario.

Non a caso, probabilmente, tutto questo è partito dal Veneto, dove storicamente c’è una imprenditoria abituata a rimboccarsi le maniche e far da sé. E al di là del valore intrinseco di bonus, congedi e contribuiti, è significativo il messaggio lanciato da queste aziende. Che va in due direzioni, sulle quali lo stato non interviene: da un lato il sostegno economico, dall’altro quello in termini di tempo da trascorrere con i nuovi nati. A sottolineare, se ancora ce ne fosse bisogno, che entrambe le componenti sono essenziali per le nuove famiglie. E che entrambe le cose sarebbero e sono il miglior investimento che un paese possa fare per il proprio futuro. Pensando poi a storie di ordinaria follia, che vedono imprenditori scegliere (e dichiarare di farlo) collaboratori che hanno già ‘chiuso il capitolo figli’, c’è poi un importante effetto di testimonianza e rassicurazione, per togliere dalla quotidianità delle neo mamme o di quante vorrebbero diventarlo lo spettro del momento in cui si annuncia al proprio datore di lavoro la maternità. Non per tutti gli imprenditori questo è un problema. Vi è anche chi a quella gioia è contento di partecipare. E per fortuna stanno aumentando.