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Nuovo Dpcm e ristorazione: cosa si può fare e cosa no

Sono arrivate con il Dpcm del 24 ottobre (l’ennesimo in poco meno di 10 giorni) le nuove regole per la ristorazione italiana valide da oggi, 26 ottobre. Con il decreto che segna, con l’imposizione della chiusura degli esercizi al pubblico alle 18, la fine delle cene al ristorante (anche le early dinner di questi ultimi tempi) almeno fino al 24 novembre prossimo, termine di validità del provvedimento, salvo ulteriori proroghe. Ma cosa è permesso e cosa vietato? Ecco quel che c’è da sapere.

Dpcm del 24 ottobre: le nuove regole per i ristoranti

Innanzitutto, il testo del decreto certifica i nuovi orari di apertura al pubblico: “Le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5 fino alle 18”. Cambio di regole anche per il consumo al tavolo, ridotto ulteriormente rispetto alle decisioni prese in precedenza: “È consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi”. Stop, infine, dal tramonto all’alba, a servizio e fruizione anche all’esterno: “Dopo le ore 18 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico”, è scritto nel decreto.

Resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 24 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.

Alberghi, delivery, mense: cosa è consentito dopo le 18

Ecco di seguito quel (poco) che il nuovo decreto consente al mondo della ristorazione. Semaforo verde per i locali degli hotel, ma solo per il servizio ai clienti che soggiornano nella struttura: “Resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati”. Via libera anche per il delivery e l’asporto, che non subisce interruzioni di servizio per quanti attrezzati in merito: “Resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 24 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze”. Ok anche al servizio mensa, ovviamente solo a fronte del rispetto di tutte le regole sul distanziamento: “Continuano a essere consentite le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, nei limiti e alle condizioni di cui al periodo precedente”. Gli effetti, ovviamente, si faranno sentire anche per tutte le aziende del settore catering legato a cerimonie ed eventi.

Regole differenti rispetto al Dpcm nazionale in Alto Adige, grazie all’autonomia: bar aperti fino alle 20 e ristoranti fino alle 22

Il caso Alto Adige: autonomia batte Dpcm

Ristoranti aperti fino alle ore 22, bar fino alle 20. Questa la disposizione in Alto Adige, come anticipa l’Agi in un’agenzia online dove si sottolinea che “la Provincia Autonoma di Bolzano, in virtù della legge provinciale di maggio e dell’autonomia, posticipa l’orario di chiusura degli esercizi pubblici rispetto a quanto previsto dal Dpcm del Governo. Inoltre, dalle ore 18 cibi e bevande potranno essere serviti solo ai tavoli (massimo 4 persone per tavolo) e vigerà il divieto di consumazione in piedi anche all’aperto”. La disposizione provinciale, come il decreto nazionale, resterà in vigore fino al prossimo 24 novembre.