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Carenza di latte: Granarolo tenta i soci 3A Arborea. E pensa ad un rialzo del prezzo

La carenza di latte è il problema del momento, per i trasformatori italiani. Tutti sono alla ricerca disperata di conferenti, o di conferme dei propri conferenti, a qualsiasi costo. Gli stessi buyer della Gdo appaiono oggi molto più preoccupati dalla disponibilità di latte e derivati che dalla necessità di aumentare i listini. E le previsioni per il futuro non sono rosee: nei primi otto mesi dell’anno la produzione dei principali paesi esportatori è calata dello 0,8% (fonte Clal) mentre quella dell’Europa-27 del -0,2%. L’unica cosa che cresce è il prezzo, aumentato di oltre il 50% rispetto ad un anno fa, in Italia. Per questo, fin dall’inizio dell’anno è in atto una vera battaglia per l’accaparramento delle stalle, come mai si era vista nella storia di questo settore. Il principale protagonista di questa campagna acquisti è Granarolo. Che si trattasse di aziende o cooperative, di pianura o montagna, di latte destinato alle Dop o alimentare, il colosso bolognese non ha guardato in faccia a nessuno e non si è fermato di fronte ad alcuna difficoltà, pur di portare a casa il latte che gli è necessario. Fino ad arrivare, ed è notizia di questi giorni, a ipotizzare anche il trasporto via mare. Pare infatti che le proposte di Granarolo siano giunte ad alcuni soci, fra i più grandi, di 3A Arborea. La cooperativa sarda, già al centro delle cronache casearie per le sue difficoltà degli ultimi periodi, tanto che si è parlato perfino di trattative per l’acquisizione da parte di altri player, avrebbe ricevuto la richiesta, da 25 soci, di convocare un’assemblea straordinaria il 21 ottobre. Per discutere di prezzo del latte, fermo intorno ai 40 centesimi, e dell’incremento generalizzato dei costi. Granarolo sarebbe disposta a pagare 60 centesimi al litro, cioè 20 in più di quelli che attualmente arrivano ai conferenti dalla cooperativa, accollandosi anche le spese di trasporto via mare.

Una storia che racconta bene il difficile momento per l’approvvigionamento di latte. Ma anche per i produttori: uscire dalla cooperativa è particolarmente oneroso, secondo le clausole contrattuali firmate da tutti i soci, perché prevede di lasciare interamente il capitale versato a suo tempo per entrarvi. E si parla di decine di migliaia di euro. Nonostante questo, la tentazione di alcuni appare forte, spinta anche dalle difficoltà nelle quali l’azienda sarda purtroppo naviga. A questa notizia si aggiungono le voci di corridoio secondo cui Granarolo starebbe pensando ad un ulteriore incremento del prezzo del latte: oggi il colosso bolognese paga, al Nord, 58 centesimi al litro. Lo spot, invece, sta per sfondare quota 70 centesimi. Tutto lascia immaginare che prima della fine del mese verrà annunciato un nuovo prezzo. Nel frattempo, al Sud Italia, i 60 centesimi sono già stati ampiamente superati. Di certo, il prezzo non tornerà indietro. Ma dove arriverà prima della fine di questo difficile e lunghissimo anno? E, soprattutto, basterà?