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Vita d’alpeggio 3: abbiamo sete

Quella che stiamo per lasciarci alle spalle sarà sicuramente ricordata come un’estate da record, anche per la vita d’alpeggio: le temperature sono state più alte di 0,76 gradi rispetto alla media storica mentre sono mancate il 45% delle piogge che in media bagnano questa stagione. E non è andata certo meglio sulle terre alte, anzi: nel Nord Italia, dove si concentrano gli alpeggi, il calo delle precipitazioni è stato del 70%. Una situazione che ha messo a durissima prova gli alpeggiatori: i prati erano secchi almeno tre settimane prima del dovuto mentre le riserve idriche in Piemonte, Lombardia e Veneto sono finite da un pezzo. Fiumi e torrenti sono vuoti e anche nelle zone più fortunate, come è l’Oasi Zegna, gli animali hanno bevuto molto più del solito e affrontato una stagione arida e difficile, con erba già secca e ben poco apprezzata dagli animali e una produzione di latte più ridotta. In molti alpeggi gli abbeveratoi sono vuoti da tempo e c’è chi ha dovuto chiudere anzitempo la stagione oppure scegliere l’onerosissimo trasporto dell’acqua con l’elicottero per allungare la permanenza sui pascoli montani.

Gli ultimi giorni di agosto hanno portato qualche pioggia ma sufficiente solo a far diventare un po’ più verde l’erba: le temperature della notte sono ormai troppo rigide perché possa crescere baldanzosa come ad inizio stagione. In ogni caso, l’estate 2022 è stata funestata dal clima tanto che i tagli di fieno sono stati di gran lunga inferiori alla norma. Ed è per questo che, dove possibile, oggi i malgari pensano ad allungare la stagione, per ritardare il momento in cui le vacche torneranno in stalla con tutti i costi annessi per i foraggi, necessariamente da acquistare. Senza dubbio, acqua e ombra sono stati gli elementi più ricercati dalle vacche e le ore che precedono l’alba quelle preferite: niente zanzare, aria fresca e poi la prima munta, che molti hanno anticipato, cominciando ben prima dell’alba, proprio per farlo nel momento preferito dagli animali. Che l’acqua ci sia, e che sia la più buona possibile, non è solo tema di benessere animale: se le vacche hanno caldo, fanno meno latte, e se l’acqua non è troppo buona, così saranno anche il latte e i formaggi che se ne ricavano. 

Vita d’alpeggio, il fotoreportage 

Vita d’alpeggio è un fotoreportage realizzato nell’Oasi Zegna, fra luglio e agosto 2022. Nata nel 1993l’Oasi Zegna è un progetto orientato alla valorizzazione, non solo del paesaggio, ma anche della vita in tutte le sue forme. E rappresenta la conseguenza dell’approccio del suo fondatore, Ermenegildo Zegna. Negli anni ’30 l’imprenditore realizzò un ampio progetto di valorizzazione del paesaggio attorno al Lanificio, fondato nel 1910, seguendo la strada che lui stesso aveva tracciato e dando vita a un ecosistema ben prima che il termine fosse coniato. Ma la sua visione andava oltre. Ponendo il Lanificio al centro di una comunità molto più vasta, ha creato la strada 232 e successivamente l’Oasi Zegna, grazie a un attento lavoro di riforestazione, per creare un’interdipendenza positiva e sostenibile. 

L’Oasi Zegna è un territorio ad accesso libero, in provincia di Biella, che si estende su 100 km2 e si sviluppa su 1.420 ettari di boschi e 170 ettari di pascoli, ed è un luogo perfetto per entrare in contatto con la natura nel pieno rispetto degli ecosistemi locali.