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La Cina continua ad accumulare cereali e semi oleosi. Anche con i prezzi in rialzo

La Cina non sembra frenare le importazioni di cereali e semi oleosi, nonostante i prezzi internazionali di mais, frumento tenero e soia abbiano ripreso una decisa tendenza in aumento, come spiega l’analisi di Teseo.it. Secondo il team di esperti del mercato agricolo mondiale, le quantità importate tra gennaio e febbraio 2022 sono infatti stabili rispetto all’anno precedente (cereali +0%, semi oleosi +2,4%).

Prosegue, quindi, la politica di accumulo degli stock avviata a metà 2020, anche se con alcune differenze. Per quanto riguarda i cereali, frenano le importazioni di orzo e frumento duro, compensate da incrementi nelle quantità di frumento tenero, riso, crusca e avena. La scelta di spostarsi su altri prodotti è probabilmente dettata dalle maggiorazioni sui prezzi, che non hanno risparmiato il mercato cinese, aumentando il valore complessivo delle importazioni di cereali del 23,4% tra gennaio e febbraio 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021. Il mais rimane il principale prodotto importato, con quantità stabili, ma, essendo l’Ucraina il primo fornitore, la Cina dovrà cercare fonti alternative o ridurre gli acquisti.

Il trade dei semi oleosi vede un leggero aumento nelle importazioni di semi di soia (+4%), in particolare dal Brasile, che compensa il calo complessivo che ha caratterizzato gli altri prodotti. Infatti, rispetto a gennaio-febbraio 2021, diminuiscono le importazioni di colza, arachidi, girasole e farina di soia. L’aumento generalizzato dei prezzi non si è tradotto, per il momento, in minori quantità complessive, ed ha innalzato il valore delle importazioni del 31%.

Dato l’ulteriore aumento dei prezzi che dovrebbe caratterizzare anche marzo, e le problematiche legate al reperimento di cereali dall’Ucraina e di soia e derivati dal Sud America, è possibile che la Cina rallenti le importazioni complessive e consumi maggiormente gli stock accumulati. Questo è auspicabile per i nostri mercati, in quanto la minore domanda internazionale alleggerirebbe le pressioni sui prezzi, tuttavia è più probabile che avvenga per il mais piuttosto che per la soia, dato che le produzioni cinesi di quest’ultima sono stimate in calo.