Coldiretti, Vincenzo Gesmundo indagato per tentata estorsione
La notizia è di quelle che fanno molto rumore, e così sta accadendo: Vincenzo Gesmundo (foto), segretario generale di Coldiretti, è indagato per tentata estorsione dalla procura di Roma.
Tutto comincia con la denuncia presentata da un commercialista, Enrico Leccisi, che si occupava di alcune società della sterminata galassia Coldiretti e che, nella gestione della contabilità, aveva rilevato alcuni pesanti ammanchi. Prima di procedere alla denuncia, Leccisi aveva ovviamente segnalato ai vertici dell’associazione l’incresciosa vicenda ma, a fronte della comunicazione, il commercialista si era visto revocare tutti gli incarichi. Di qui la decisione di presentare una querela, a marzo 2021, dalla quale è scaturita l’indagine condotta dal magistrato romano Antonino Di Maio che, di recente, ha chiesto al gip una proroga dei termini per poter approfondire ulteriormente l’inchiesta. I fatti sono piuttosto complessi e Leccisi, oltretutto, è sotto inchiesta della procura di Lecce con l’accusa di autoriciclaggio e infedeltà patrimoniale nella gestione di Agricentro Nord e Sud, in seguito alla denuncia presentata dallo staff di Vincenzo Gesmundo.
Le due inchieste si incrociano perché Leccisi ha dichiarato di esser stato rimosso dall’incarico di liquidatore delle due aziende, che si occupano di prestare fideiussioni ai soci Coldiretti, con violenza e minacce. “il dottor Leccisi”, spiega il suo avvocato, Alessandro Diddi, “si è rifiutato di lasciare la fase liquidatoria, a lui assegnata in virtù di un mandato assembleare unanime. Il mio assistito avrebbe messe in luce pesanti ipotesi di mala gestio, con perdite d’esercizio per oltre 19 milioni e mezzo di euro l’anno dal 2015 in poi”. In ordine alla vicenda leccese, la procura ha diposto il sequestro preventivo di decine di milioni di euro a carico del commercialista, in relazione alla gestione di Agricentro Nord e Sud. “Dopo l’iniziativa del dottor Leccisi, lo stesso è stato bersagliato da una serie di pesanti iniziative giudiziarie, tutte provenienti da professionisti che orbitano intorno alla cabina di regia di Coldiretti”, ha commentato l’avvocato Diddi.
Dal canto suo, risponde Benedetto Marzocchi Buratti, il penalista che assiste Vincenzo Gesmundo: “Sono dispiaciuto per la strumentalizzazione di una vicenda che non preoccupa il mio assistito. L’inchiesta che riguarda Gesmundo è nata su iniziativa calunniosa del Leccisi, che a breve verrà per questo denunciato”. Le inchieste di incrociano e le carte bollate sembrano destinate a moltiplicarsi. Certo è che ai soci di Coldiretti questa vicenda preoccupa e non poco: il momento è difficile e faccende come queste, comunque vadano a finire, non sono certo confortanti. Chi è fuori dalla sindacale guidata da Ettore Prandini vede una conferma alla proprie scelte. Tutti restano in attesa di capire cosa accadrà e se questa inchiesta potrà mettere la parola fine alla lunghissima carriera del potente Gesmundo in Coldiretti, spesso al centro di polemiche e accuse, non ultima quella relativa ai suoi compensi, e da molti indicato come il vero manovratore dell’associazione.