Che fine ha fatto il premio emergenza stalle?
Dalla firma dell’accordo, dopo un travagliato iter, è passato ormai quasi un mese ma ancora non c’è nulla di concreto riguardo al cosiddetto premio emergenza stalle, frutto dell’accordo siglato tra il Ministero delle Politiche Agricole, le organizzazioni agricole, l’alleanza delle cooperative del settore agroalimentare, Assolatte e la grande distribuzione. Le domande, in compenso, si moltiplicano, soprattutto nel mondo allevatoriale: arriverà questo contributo? E quando?
L’intesa prevede un premio “emergenza stalle”, da parte della Gdo, fino ad un tetto massimo di 41 centesimi di euro al litro (al netto dei premi qualità e dell’Iva), per latte fresco e Uht, yogurt, formaggi freschi e semistagionati, tutti 100% italiani. Secondo l’accordo di filiera valido fino al 31 marzo 2022, infatti, agli allevatori spetta un premio fino a un massimo di 3 centesimi/litro per raggiungere la soglia di prezzo di 41 centesimi al litro. Nel caso non si raggiunga comunque questa soglia, inoltre, un altro centesimo deve essere integrato dall’industria di trasformazione o dalle cooperative. Ma, ad oggi, nessuno ha ancora ricevuto alcuna comunicazione né, tantomeno, il promesso contributo. In molti si erano detti fin da subito scettici sul metodo di calcolo e sulla procedura di trasferimento del contributo nell’ambito di accordi strutturali di fornitura del latte. Tanti i dubbi, fra cui uno in particolare: a chi spetta stabilire quanto latte occorre per realizzare ogni prodotto? A questo si aggiunge un clima non certo sereno fra il retail e la controparte del mondo della trasformazione, dopo le frizioni sul tema dell’aumento dei listini. La Gdo, in modo pressoché unanime, sta conducendo una battaglia contro l’inflazione, a suon di promozioni e campagne dedicate mentre il mondo della trasformazione, alla scadenza dell’anno, chiede a gran voce il ritocco dei prezzi a causa degli aumenti a due e tre cifre in tema di energetici, logistica, packaging e così via. I tavoli si susseguono ma di risultati, ad oggi, se ne vedono pochi. Abbiamo provato a chiedere lumi alla distribuzione circa il meccanismo di calcolo e trasferimento del premio emergenza stalle. Ma nessuno ha voluto rispondere alle nostre domande, almeno non ufficialmente. Si sta ragionando, anche a livello di associazione di categoria, è quello che filtra ufficiosamente. D’altronde, Federdistribuzione l’accordo lo ha siglato e fin da subito ha parlato della necessità di trovare un metodo di quantificazione del premio. Ma quella dell’organizzazione che raccoglie le insegne della Gdo può essere solo un’opera di sensibilizzazione presso gli associati: l’associazione non ha alcun potere di obbligarli e il protocollo è ‘solo’ un’accordo fra le parti. Intanto, dalle parie della trasformazione, c’è chi si è mosso in autonomia. Qualcuno riducendo le penalità, come ha fatto Lactalis, altri aumentando il prezzo al litro di un centesimo. Ma per il resto, e per molti, tutto tace. E ancora manca sul tavolo il parere dell’Antitrust, che taluni si aspettano sfavorevole.
Premio stalle: cosa dice il protocollo
Il meccanismo individuato dal protocollo prevede che se oggi il prezzo alla stalla pattuito è di 36 centesimi, il contributo per l’allevatore debba essere di quattro centesimi, dei quali tre in arrivo dalla Gdo e uno aggiunto dalla trasformazione (industriale e cooperativa), che si fa carico di trasferirli ai suoi conferenti, per ogni litro di latte utilizzato nella produzione del venduto. Se il prezzo è 37, i centesimi saranno sempre quattro, per un totale di 0,41 euro al litro. Passa ai tre della sola Gdo, invece, il premio stalle per chi ha siglato un accordo di 38 centesimi, che diventano due se il prezzo base è di 0,39 e uno se è di 0,40. Per accordi superiore ai 41 centesimi, nessun contributo è previsto. Quanto alla durata, l’intesa prevede che il protocollo fra le parti sia in vigore fino al 31 marzo 2022. E sono espressamente escluse dall’accordo “eventuali richieste di integrazioni e/o maggiorazioni correlate a fenomeni inflattivi che interessano fattori produttivi diversi dal latte”, demandate esclusivamente alla trattativa privata.
…come sempre i produttori subiscono il prezzo del latte. Non e’ una novita’: produciamo e altri fanno il prezzo per noi, incuranti dei nostri costi di produzione , senza rispetto di ciò che si e’ sottoscritto, indubbiamente male, incuranti del prezzo del mercato. Siamo quelli che prendono i contributi ,e quando prendi qualcosa ,qualcuno te lo sottrae, “schiavi” della burocrazia europea. Produciamo cibo e preserviamo il territorio, ma nessuno lo considera ,. quanto lavoro, quanto tempo, pazienza e fatica. E’ veramente frustrante…
Sono perfettamente d’accordo con te, ma vedi, forse sbagliamo il metodo, forse è arrivato il momento di alzare la voce, la ns. Voce senza filtri di nessuno tipo di associazione, ogni allevatore grande o piccolo che sia per le strade a diffendere la propria azienda, allora ci ascolterranno, è quaranta anni che si fanno tavoli e cosa si è risolto….. Prima che sia troppo tardi……