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Burger King sceglie il Parmigiano per i nuovi Italian Kings. La prova sul campo di Insiderdairy: buonino senz’anima

Quella fra formaggi Dop e fast food è ormai una storia antica. Il primo a varcare una frontiera che sembrava invalicabile fu l’Asiago, durante il primo mandato dell’attuale direttore Flavio Innocenzi. Allora, qualcuno gridò alla scandalo per questo connubio ma i fatti, i conti, le tonnellate utilizzate e la permanenza dell’Asiago in menù (c’è anche oggi, nei panini McDonald’s di Bastianich) hanno convinto anche i più snob e, da allora, i burger con le Dop italiane, formaggi ma non solo, sono stati diversi. Ai produttori consente forniture importanti e, per le catene di fast food, è un modo di rafforzare il legame con il territorio e le sue specialità, di creare occasioni di comunicazione e attirarsi simpatie a vari livelli. L’ultima iniziativa, in ordine di tempo, è quella di Burger King, che ha scelto il Parmigiano Reggiano come ingrediente distintivo del suo nuovo The Parmigiano Reggiano Burger. Il panino arricchisce la serie Italian Kings dedicata alle eccellenze territoriali, ed è composto da brioche bun con maionese al Parmigiano Reggiano Dop, rucola, cipolle fritte fresche, fiocchi di Parmigiano Reggiano e 150 grammi di carne grigliata. In contemporanea, debutta anche The ‘Nduja Burger con la ‘Nduja di Spilinga, salsa n’duja, bacon, cipolla fritta, soncino, scamorza, Parmigiano Reggiano, maionese e 150 grammi di carne grigliata.

L’obiettivo di Burger King è di 1,5 milioni di panini Italian Kings serviti nel corso dell’anno. Per realizzare queste quantità, la catena prevede di acquistare più di 20 tonnellate di Parmigiano, pari a circa 500 forme intere con stagionatura 12 mesi, la più apprezzata dai giovani.

La prova sul campo: il Parmigiano c’è. Manca il carattere. E anche un pack che lo valorizzi

The ‘Nduja Burger
The Parmigiano Reggiano Burger

Decidiamo di testare tutte le novità Italian Kings visto che entrambe le ricette contengono Parmigiano Reggiano. Necessariamente ci affidiamo al delivery; i panini arrivano molto velocemente ma, di certo, non è come assaggiarli appena farciti. Il menù classico (panino, patatine e bibita) ha un costo di 11,10 euro e, volendo, si può personalizzare il panino con diverse aggiunte di ogni genere. Il pack: gli Italian Kings sono semplicemente avvolti nella carta e per distinguere i due panini ci sono, scritte a matita, due sigle: Pa e Nd. Non proprio ciò che ci si aspetta per un hamburger premium. In entrambi i casi, il Parmigiano si sente (il piccante della ‘ndjua invece no) ma per il resto, all’assaggio, si tratta di panini piuttosto ordinari. Si mangiano senza sforzo, e senza emozione, e si dimenticano in fretta. A differenza della linea firmata Bastianich di McDonald’s, che non punta certo alla clientela più giovane e al target medio, gli Italian Kings di Burger King sembrano essere ideati per soddisfare il palato di tutti i clienti e non per intercettare un target gourmet o soddisfare i più esigenti mettendo d’accordo, magari, la voglia di fast food dei piccoli e quella di assaggiare qualcosa di particolare dei genitori che li accompagnano. Solo i numeri, come sempre, sapranno dire se la scelta è giusta. A guardarla così, sembra un’operazione senz’anima, un po’ come il panino. E dal punto di vista comunicativo, è davvero una buona scelta per un prodotto così blasonato come il Parmigiano Reggiano? E che arriva al consumatore anonimo, senza nessuna indicazione o logo?

I menù Italian Kings con le scritte a matita per distinguere i due panini